Dopo appena due ore dal decollo del Papa dall’aeroporto, il “club” delle intimidazioni ha ripreso la sua attività depositando davanti a cinque attività commerciali altrettanti avvisi di pagamento. È durata poco tempo la pax criminale imposta dallo straordinario servizio di sicurezza predisposto dalle forze dell’ordine nella settimana precedente l’arrivo del Pontefice e nel corso della sua presenza in città. Una pace rotta dalla consegna intorno alle 22 di domenica scorsa di cinque bottiglie con liquido infiammabile con a fianco degli accendini.
Gli investigatori del commissariato di polizia vogliono essere sicuri che si tratti di un gesto d’intimidazione, perchè i cinque commercianti interessati, tutti con attività in Via Scarpino e Via dei Bizantini, non avrebbero ricevuto nessuna minaccia, ne richieste di pizzo. Gli agenti diretti da Antonio Borelli stanno valutando comunque ogni ipotesi, anche quella dell’intimidazione.
Tra gli obiettivi anche due supermercati, un negozio di arredamenti, un’azienda edile ed un ristorante. Sul nome dei titolari degli esercizi commerciali gli investigatori mantengono il massimo riserbo per non inquinare le indagini che in qualche misura si presentano difficoltose.
Un contributo alle indagini potrebbero darlo le immagini riprese dalle telecamere della videosorveglianza di alcune delle attività commerciali prese di mira dagli estortori che in solo poche ore hanno consegnato ben cinque avvertimenti dal chiaro stampo mafioso.
Il dato più importante è il fatto che ad agire probabilmente è un nuovo gruppo criminale lametino che ha sconfinato il proprio territorio andando ad operare in un’area che dagli inquirenti fino a poco tempo fa veniva considerata sotto il controllo della cosca Giampà. Un fenomeno criminale, quello delle intimidazioni, che dopo l’arresto di qualcuno sembrava rientrato. Ma le bottigliette di domenica sera dimostrano l’esatto contrario.(g.n.)