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19 aprile 2012
 

Asp, atto aziendale senza sindaci

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Scritto da: Redazione
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Il dottor Gerardo Mancuso ci ha voluto sorprendere ancora una volta: ha presentato un nuovo atto aziendale senza l’obbligatorio parere della Conferenza dei sindaci». A denunciarlo è il comitato “Salviamo la sanità nel Lametino” con una nota di Nicolino Panedigrano. In cui si ricorda che «con l’atto aziendale precedente Mancuso si era fatto beffa della norma che gli impone di consultare le organizzazioni sindacali ed il Tribunale di Catanzaro glielo aveva prontamente bocciato. Ora invece non solo s’è beffato dell’obbligo di consultare la Conferenza dei sindaci, ma ha fatto qualcosa di peggio e di più oltraggioso per le autonomie del territorio dell’intera Asp e dei sindaci che le rappresentano: ha sostituito il parere della Conferenza con quello del primo cittadino di Catanzaro Michele TrRaversa».
Per il comitato «si tratta di una scelta talmente aberrante che lo stesso sindaco del capoluogo s’è ben guardato dall’avallarla personalmente ed ha preferito delegare il suo vice. Così mentre nelle altre aziende sanitarie vengono convocate le Conferenze dei sindaci, che per lo più esprimono pareri completamente e totalmente negativi sugli atti aziendali presentati, a dimostrazione di un’errata impostazione generale dell’intera programmazione, il comprensorio lametino, che è il 40% del territorio dell’area di competenza dell’Asp catanzarese, deve subire l’onta di un parere allegato «per ricevuta» espresso dal Comune capofila. Ma capofila di che, visto che la Conferenza dei sindaci non è mai stata convocata?. Un comune del capoluogo che, tra l’altro, annovera altre tre aziende sanitarie (Pugliese-Ciaccio, Materdomini e Fondazione Campanella) e ben cinque cliniche private».
Prosegue il comitato “Salviamo la sanità nel Lametino”: «Siamo certi che la vicesindaco di Catanzaro Maria Grazia Caporale, prima di esprimere parere favorevole abbia ben studiato e soppesato l’atto aziendale nei cinque giorni, compresi sabato e domenica, che le sono stati concessi. Così come siamo altrettanto certi che abbia dato il suo parere di aderenza dell’atto aziendale alla programmazione regionale, valutando ben benino tutti gli aspetti relativi alla organizzazione della attività ospedaliera nei presidi di Lamezia Terme e di Soveria Mannelli, nonché quelli relativi all’organizzazione dell’attività sanitaria territoriale dell’intero comprensorio lametino».
Secondo Panedigrano «il direttore generale Mancuso avrebbe forse potuto ricordare al vicesindaco di Catanzaro che i sindaci di tutto il comprensorio di Lamezia, compresi quelli della zona montana di Soveria Mannelli, nei mesi scorsi avevano preso posizione all’unanimità ed in più occasioni pubbliche contro le decisioni dello stesso Mancuso, allora Commissario dell’Asp. Vorremmo perciò ricordare a quest’ultimo che l’obbligo di consultazione della Conferenza dei sindaci non è previsto allo scopo di accludere una «carta» in più, ma a quello di esprimere e recepire il bisogno sociosanitario delle comunità locali e di corrispondere così alle esigenze sanitarie della popolazione».
Conclude il comitato, non senza un pizzico d’ironia: «Siamo certi, dunque, che il dottor Mancuso ci concederà il dubbio che il vicesindaco di Catanzaro nell’esprimere il suo parere favorevole all’atto aziendale da lui propostole possa essere stata influenzata dal fatto che la sua città beneficia grandemente dell’attività del catanzarese Mancuso, il quale attraverso tutti i suoi atti costantemente evidenzia come Lamezia Terme e Soveria Mannelli non abbiano altra funzione che quella di essere un bacino d’utenza per la cittadella sanitaria catanzarese e per i suoi interessi che non sopportano nessuna concorrenza nel territorio provinciale».




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