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18 aprile 2012
 

Rom indesiderati dovunque

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Scritto da: Redazione
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«Se non fosse per la drammacità della vicenda questa del trasferimento dei rom da Scordovillo sembra assumere i tratti di una commedia, anzi per molti spunti saremmo più vicini alla farsa». Il circolo cittadino di Sel interviene sullo smantellamento del campo rom dopo che la Econet, azienda lametina che si occupa di ambiente ed ha una delle sue sedi in contrada Lenza, respinge alcune famiglie di zingari che dovrebbero essere ospitate in case-container fuori città, non lontano dall’impresa.
«Stiamo assistendo ad una serie di invettive e imprecazioni dei cittadini verso il campo rom di Scordovillo», continua Sinistra ecologia e libertà, «mentre si rammentano le invocazioni allo sgombero per le condizioni di disagio sociale e d’insicurezza che da quella “bomba” sociale. Ma era facile prevederlo, non appena si prova a sperimentare una soluzione  quest’ultima non va bene, perché ce n’è sempre un’altra migliore: soprattutto ce n’è sempre un’altra in un posto lontano dal nostro giardino».
La protesta è arrivata dai cittadini di San Pietro Lametino, Ginepri, Via Solferino e adesso contrada Lenza. Commenta Sel: «Come in una commedia dell’arte tutti recitano improvvisando, ma su un canovaccio comune per il quale quando i rom ti arrivano nei pressi non va mai bene. Primo atto:  i rom bisogna dislocarli sul territorio per piccoli nuclei altrimenti si rischia di riproporre gli stessi problemi di prima. Secondo atto, scena prima: li tieni nell’ambito cittadino ma non va, c’è un’eccessiva prossimità fisica, meglio più lontano.  Secondo atto, scena seconda: li collochi lontano dalla città abitata, trovi uno spazio. No, c’è sempre una ragione per respingerli, vuoi turistica, vuoi imprenditoriale o addirittura occupazionale».
A questo punto il terzo atto: «Facciamo un bel tavolo e decidiamo qual è la collocazione migliore, ma migliore per chi, naturalmente per me che non li voglio accanto (e come se di tavoli non se ne fossero fatti abbastanza, come se non si stesse procedendo con estrema prudenza e senza deportazioni di massa). Quarto ed ultimo atto: “mettili a casa tua”. Grandi applausi e poi tutti a casa, con buona pace delle coscienze ipocrite. E i rom? Metteteli dove vi pare, cioè da nessuna parte».
E se per il partito di centrosinistra c’è «un centrodestra all’opposizione che strumentalizza: «Dopo un consiglio comunale che sul tema all’unanimità ha chiesto al governo i pieni poteri per il prefetto, nulla in questo senso è stato fatto: il governo centrale, sino ad ora, e quello regionale hanno fatto come Pilato, hanno pensato bene di dire a Lamezia di sbrigarsela da sola. Poi altrove (Roma) destinano per lo stesso problema decine di milioni di euro, o (Reggio) occultano con i soldi della regione il disastro economico lasciato da Scopelliti: ma si sa lì i sindaci sono di un colore amico».
E il partito ricorda che «qualche giorno fa Talarico ha detto che a Lamezia manca una classe dirigente. Forse si voleva riferire maliziosamente all’amministrazione, ignorando che “classe dirigente” di una comunità tecnicamente sono, oltre ai politici, i professionisti, gli intellettuali, gli imprenditori. È vero, la società civile lametina, e un pezzo della sua classe dirigente, mancano spesso all’appuntamento: imprese, professioni e cultura, oltre ai politici, possono fare qualcosa di più e di meglio sui rom, che recitare il logoro copione del rifiuto».
Intanto Francesco Chirillo, consigliere comunale dell’Udc, in un’interrogazione chiede all’amministrazione se è vero che alcune famiglie rom saranno trasferite in contrada Lenza e se questa scelta ha ottenuto l’approvazione della giunta visto che il provvedimento interessa un’area agricola, per la quale occorre una variante al Piano regolatore autorizzata dalla Regione.
Con una proposta finale dell’esponente di minoranza: un atto d’indirizzo in modo che le nuove localizzazioni di campi Rom siano prima discusse in consiglio comunale e nelle commissioni, per evitare che vengano scelti luoghi lontani da attività commerciali, industriali, e di facile controllo del territorio.




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