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18 aprile 2012
 

E’CRISI AL COMUNE DI LAMEZIA, MA NESSUNO VUOL RIMANERE CON IL CERINO IN MANO

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Scritto da: Antonello Iovane
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di Antonello Iovane

Prima che cadesse il governo Berlusconi, era alto lo scontento nella maggioranza, ma tra PDL e Lega nessuno aveva il coraggio di staccare la spina per non rimanere con il cerino in mano, ovvero per non prendersi le colpe e favorire elettoralmente gli alleati che sarebbero passati per vittime. Un po’ quello che sta succedendo a Lamezia.

È passato solo un anno e mezzo, ma sembra lontano il tempo in cui il centro sinistra tappezzava la città, contenta perché la legge gli attribuiva 18 consiglieri. Ora la maggioranza scricchiola un po’ troppo, ma anche qui nessuno vuol rimanere con il cerino in mano.

 

LA CRISI DEI PARTITI..IL PDL

La crisi del centrodestra a Lamezia è la crisi del PDL (dato che la Lega per il momento non è ancora arrivata al sud) che parte da Arcore passa da Reggio Calabria e di riflesso tocca anche la città della piana. Un saldo in negativo di un consigliere perso, tra nuovi entrati e fuoriusciti, alcuni dei quali hanno lamentato l’assenza di una linea comune, data anche la mancanza di riunioni. Il capogruppo Raffaele Mazzei molto agguerrito ad inizio consiliatura fino ad arrivare a forti scontri verbali in aula con il primo cittadino. In quest’ultimo periodo, forse anche per il “terremoto” che ha riguardato il governo nazionale, ha adottato una linea più soft nell’attesa di valutare il da farsi. L’opposizione è aumenta di numero in aula,ma non a tal punto di essere nelle condizioni di far cadere il governo cittadino, non con sicurezza. Meglio attendere, anche perché converrebbe ad un PDL commissariato andare alle elezioni? Con quale coalizione?, con quale candidato?

CONFUSIONE NEL TERZO POLO

Quello che è messo meglio è il terzo Polo. Si ritrova potenzialmente con una decina di consiglieri, potenzialmente la maggioranza relativa in consiglio, primo gruppo consiliare. Potenzialmente già perché i partiti che lo compongono non sembrano avere una unica linea politica da seguire. L’Udc per voce del consigliere Cristiano chiede le dimissioni, Fli, attraverso Grandinetti, chiede l’azzeramento di Giunta e dirigenti per formare un governo di ampio respiro, quasi a voler imitare la situazione nazionale. Cosa paradossale è che cosi facendo si creerebbe nuovamente il paradosso del primo mandato Speranza, ovvero tutti i candidati a Sindaco si ritroverebbero in maggioranza! L’Mpa del sempre vivo (politicamente) Loiero è silente, mentre l’Api è già in maggioranza e difende il sindaco.

 

LA PREPARAZIONE MEDIATICA DI UNA CANDIDATURA

Sono state le dimissioni di Grasso a far emergere ancor di più malumori che erano già presenti all’interno della maggioranza. Sulle dimissioni dell’assessore alla cultura credo che la parola definitiva l’abbia detta Ilda Boccassini “in Calabria l’antimafia parlata non serve, è solo un’occasione per fare carriera” con buona pace per Trame. Peccato gli 85.000 euro spesi!. Che rappresentava una passerella mediatica certamente lo si era capito, e l’avevo anche scritto. Un attenzione verso i media che ha caratterizzato molto l’attività del sindaco che, rispetto ai primi cinque anni, è stato molto più presente ad iniziative e manifestazioni nazionali che erano sotto i riflettori o, che molto intelligentemente, dal punto di vista di crescita dell’immagine soprattutto fuori città, ci finivano grazie al suo ufficio stampa/staff. Un buon lavoro di marketing, prova ne è il premio ritirato a Bari dal Sindaco, il quale risulta molto più amato ed apprezzato fuori città e fuori regione, ed un po’ meno in città (tutti i partiti che lo hanno sostenuto lo criticano fortemente. Per la legge dei grandi numeri, non escluderei che anche in SEL ci siano malumori). Il Papa, Trame, Sbilanciamoci, la stessa nomina di Grasso come assessore sono tutte iniziative che strizzavano l’occhio alla preparazione, per Gianni Speranza, al dopo Sindaco. Lui ha sempre negato una sua candidatura alle competizioni nazionali, sino a pochi giorni fa, quando in una intervista a “Il Domani” non escludeva tale possibilità nel caso in cui si accorgesse che in consiglio vengono meno le condizioni unitarie per continuare il progetto Lamezia 2015. E come dire non mi candido se piovono elefanti dal cielo. E qui si ritorna al famoso cerino. Non si può certo semplicemente dimettere per candidarsi alle elezioni nazionali o regionali (nel caso il terremoto giudiziario portasse ad elezioni anticipate). Come motiverebbe la scelta?. No, come fatto intuire dalla sopracitata intervista, la colpa deve ricadere sugli altri. Sono loro che non mi hanno lasciato lavorare come sindaco, mi hanno fato cadere e quindi non potendomi ricandidare come primo cittadino credo di poter aiutare Lamezia andando in Parlamento. Un ragionamento che non farebbe una piega.

 

UN CENTROSINISTRA MAI ESISTITO

Per quel che riguarda i partiti.

IDV è commissariato, occupa la poltrona alla Lamezia Europa, in rappresentanza del Comune, ma è perso nelle lotte intestine che le impediscono di pronunciarsi e quindi è totalmente assente. Non stanno meglio di certo gli altri.

I partiti Comunisti e Lista Città son svaniti (come partiti e non come persone, che singolarmente in altre comitati e associazioni son attivi) con le loro attività, se non per la questione dell’assessore di riferimento in giunta, fino ad ora negato dal Sindaco.

Il Pd è commissariato, è un partito mai nato a Lamezia Terme, che in città viene ricordato più per gli scontri interni tra correnti che per altro. Ultimamente ha cercato di organizzare convegni su tematiche interessanti che, però, non hanno riscosso molto successo di partecipazione. Forse perché prima sarebbe bene costruire il partito, forse perché alle soglie del 2012 i convegni, impostati alla vecchia maniera, hanno segnato il passo.

In consiglio comunale ci sono Progetto Lamezia, Pd e Sinistra per Lamezia, l’unione tra Lista Città ed i partiti comunisti.

Carlo Aiello, Sinistra per Lamezia, lo si può considerare fuori dalla maggioranza. Ha iniziato dopo pochi mesi dalla sua elezione ha tenere una linea durissima contro il Sindaco ed il suo partito, facendo concorrenza all’opposizione di centro destra.

 

All’interno di progetto Lamezia ci sono diverse anime.

SEL, con a capo da sempre Crapis (un monopolio sintomo di uno scarso ricambio, a parte qualche nuovo delfino), che guida il sindaco.

Il circolo Libertà è partecipazione, critica verso l’amministrazione, ma che i suoi malumori in consiglio li fa emergere a corrente alternata attraverso il consigliere Paola.

Poi ci sono gli esponenti della società civile come Spinelli che, in uno degli ultimi consigli, ha affermato “se abbiamo paura che la maggioranza non c’è, è inutile continuare a fare giochetti andiamocene a casa!”. Per non dire di Bruno Tropea, anche egli inserito tra i dissidenti alla stregua del collega Aiello.

In progetto Lamezia c’è anche l’Api, Falvo e Palazzo, che in comune son con il centrosinistra mentre in regione e a livello nazionale fanno parte di un terzo polo che tende più ad allearsi con il centro destra o al massimo correre da solo, ma sempre in maniera avversa alla sinistra di Vendola, “compagno” del Sindaco Speranza.

Il Pd come detto è commissariato. Un commissario Puccio, amico di Gianni Speranza, entrambi compagni di partito nei Ds, ha cercato fino ad ora di tenere a freno i malumori all’interno del gruppo consiliare e del partito. Gruppo consiliare che ha perso due elementi, passati nell’Mpa, e che è composto da consiglieri comunali che se in aula ingoiano il rospo, nei corridoi son fortemente critici verso l’amministrazione. “Votiamo a favore solo per senso di responsabilità” disse la consigliera Andricciola auspicando un cambio di passo della giunta che il partito sin qui ha sostenuto. Suonava tanto come una frase detta da Scilipoti! Una cosa detta e ridetta che inizia ad avere le sembianze di una cantilena. Dopo 6 anni e mezzo si conosce come opera il Sindaco ed il suo partito, o lo si accetta cosi o se non sta bene, e non si è riusciti in questi anni ad cambiare il modo di amministrare la città, è inutile chiederlo per l’ennesima volta, si prendano le conseguenti decisioni. Il cerino, però, non può rimanere nemmeno in mano al PD. Senza contare poi la strana coppia Petronio - Lo Moro, il primo appena fuori dal campo di gioco principale mira ad un rimpasto in giunta, con la nomina ad assessore di qualche consigliere PD, in maniera tale da poter entrare nel civico consesso. La parlamentare potrebbe pensare ad un ritorno a Palazzo Maddame o, comunque, dovrà essere presente sul territorio per la prossima campagna elettorale nazionale, ed la sua politica da sempre è stata in contrasto con quella di Gianni Speranza.

in tutto questo, quale sviluppo si vuol dare alla città?

C’è la crisi, si, ma principalmente la crisi della politica!

Il consiglio comunale non viene convocato da mesi, a cosa servono i consiglieri?

Ma vuoi vedere che, come a livello nazionale, alla fine sto cerino resta in mano ai lametini?

Sempre e solo dal mio punto di vista.

p.s mi scuso se ho dimenticato qualche partito, ma sapete con tutti questi cambi di casacche è facile che me ne sia perso qualcuno!

 





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