Ancora una volta Via dei Bizantini, l’arteria che attraversa Capizzaglie, già scenario di un tentato omicidio e di un atto intimidatorio, ritorna al centro della cronaca. Nell’arco di sole 36 ore infatti i soliti ignoti sono tornati in azione sparando ben 15 colpi di pistola calibro 9 contro una parrucchieria. Un’azione intimidatoria che avrebbe potuto avere conseguenze molto più gravi se uno dei due proiettili penetrati dentro l’esercizio commerciale avesse colpito uno dei clienti al momento dell’agguato. Ma i due proiettili non hanno colpito nessuno e si sono conficcati nelle pareti.
Un’intimidazione che, secondo gli investigatori, dimostra come ormai siamo di fronte ad un’azione criminale organizzata con una precisa regia, di cui ancora non sono chiare la matrice e gli scopi. Gli investigatori non hanno ancora un quadro completo del fenomeno criminale che da qualche tempo sta imperversando in questa zona della città, e in particolare lungo Via dei Bizantini diventata l’arteria a più alto rischio, soprattutto se si considera che qui si spara in pieno giorno e in mezzo alla gente.
Anche ieri, infatti, gli spari sono avvenuti intorno alle 10.30. Chi ha agito ha esploso l’intero caricatore contro l’esercizio commerciale. Alcuni proiettili, presumibilmente quattro, hanno inoltre colpito un’auto parcheggiata davanti al barbiere, una Fiat Bravo grigia.
Al momento dell’agguato nel salone si trovavano il titolare, un dipendente e due clienti, uno dei quali un carabiniere in borghese e fuori servizio in attesa del taglio di capelli. Gli spari hanno subito richiamato l’attenzione del militare, che si è precipitato fuori dell’esercizio nella speranza di poter catturare l’attentatore. Ma del “pistolero” e del suo probabile complice si sono perse immediatamente le tracce. Forse si è dileguato a bordo di una moto o di un’auto.
Il carabiniere ha subito allertato la centrale operativa, che ha inviato sul posto alcune gazzelle che hanno immediatamente circoscritto la zona teatro dell’agguato. Sul posto anche gli investigatori del Nucleo operativo e radiomobile che hanno radiografato la scena crimine ed avviato la ricognizione scientifica, repertando i bossoli e potendo così stabilire il calibro della pistola. Probabilmente lo stesso calibro usato domenica pomeriggio per il raid nel quale sono rimasti feriti un cassaintegrato di 59 anni, Pasquale Saladino, un ragazzo di 14 anni, e la pizzeria contro la quale sono stati sparati nove colpi di pistola. Probabilmente a compiere le scorrerie è lo stesso comando.
Una circostanza che viene attentamente valutata dagli investigatori che circa una settimana fa sono riusciti a scoprire nascosta sotto un divano, in una casa proprio a Capizzaglie, una bottiglia di oltre due litri di polvere pirica, pronta per essere utilizzata per compiere un atto intimidatorio. Stesso calibro, stessa azione.
Tutto ciò lascia supporre agli investigatori che ad agire sia un unico gruppo criminale che vuole imporre in questa zona la supremazia adottando sistemi che stanno terrorizzando gli abitanti. È la prima volta nella storia criminale della città che azioni delittuose vengono messe a segno nell’arco di sole 36 ore nella stessa zona.
Il salone preso di mira ieri mattina, infatti, non si trova molto distante dalla pizzeria che è stata “attenzionata” domenica pomeriggio e dal luogo del tentato omicidio col ferimento dell’operaio e del ragazzo. Uno scenario criminale, quello registrato nelle ultime ore in città, che desta preoccupazione sul fronte investigativo e giudiziario. In solo pochi giorni sono stati compiuti 6 atti di intimidazione: 3 negozi presi di mira dalla criminalità organizzata, contro i quali sono stati esplosi colpi di pistola; 3 auto incendiate, due delle quali di proprietà di un ispettore della polizia penitenziaria. Fenomeni, insieme al tentato omicidio e al ferimento del minorenne, che sul piano della sicurezza sociale preoccupano le forze dell’ordine che sono impegnate nel fronteggiare un fenomeno che ha raggiunto un enorme livello di allarme.
Per quanto riguarda l’intimidazione di ieri mattina al momento i carabinieri non avanzano alcuna ipotesi sul movente, ma non hanno dubbi sul fatto che si sia trattato di un gesto di chiaro stampo mafioso, messo probabilmente in atto da nuovi gruppi criminali che vogliono imporre la loro forza con gesti eclatanti, ma rischiosi sul piano della sicurezza sociale.
Giuseppe Natrella