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18 aprile 2012
 

Ospedali, i sindaci fanno rete

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Scritto da: Redazione
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La costituzione di un’associazione dei sindaci del Lametino in modo da creare un organismo permanente che si occupi delle problematiche importanti riguardanti il territorio; la reimpostazione del rapporto con l’azienda sanitaria provinciale; l’attivazione del Trauma center; l’impegno a seguire con attenzione l’emergenza rifiuti che interessa un po’ tutti i comuni e, ancora, la ferma condanna per ogni forma di violenza criminale unitamente alla solidarietà verso chi (associazioni, esercizi commerciali o singole persone) ha subito gravi atti intimidatori. Corposi e sostanziosi i punti in agenda trattati nel corso della conferenza dei sindaci convocata ieri mattina da Gianni Speranza nella sala del Municipio di Via Perugini.
All’invito del primo cittadino lametino hanno risposto i sindaci di 14 comuni dell’hinterland: Platania, Decollatura, Soveria Mannelli, Conflenti, Curinga, Gizzeria, Maida, Pianopoli, Feroleto, San Pietro a Maida, Jacurso, Carlopoli, Cortale, Tiriolo. All’incontro hanno partecipato numerosi rappresentanti dei due comitati “Salviamo la sanità lametina” e “Pro ospedale del Reventino”. C’erano anche alcuni assessori della giunta ed i consiglieri comunali Elvira Falvo, Nicola Palazzo e Giandomenico Crapis direttamente interessati alla tematica in quanto medici.
Tutti i vari amministratori si sono trovati d’accordo sulla richiesta da avanzare al direttore generale dell’Asp Gerardo Mancuso, il quale ha sottoposto l’atto aziendale al sindaco di Catanzaro che, tra l’altro, è anche dimissionario. Di fatto il documento è stato vagliato e ratificato dal vice Maria Grazia Caporale che non è componente della Conferenza dei sindaci.
«La questione», hanno fatto notare i primi cittadini riuniti nella sala conferenze, «è ancora più grave se si tiene conto che l’Asp interviene su tutta la provincia e che il nosocomio lametino è la principale struttura sanitaria di tutta l’azienda, in quanto gli ospedali del capoluogo sono gestiti da un’azienda autonoma».
Grande convergenza di idee anche sulla creazione del polo traumatologico che porterebbe così alla realizzazione di servizi integrati tra il nosocomio lametino e quello montano di Soveria Mannelli. «Sulla questione trauma center c’è ancora qualcuno che vorrebbe arrendersi gettando la spugna», ha commentato Felice Lentidoro, operatore sanitario e componente del comitato “Salviamo la sanità lametina”, «ma noi insistiamo: dobbiamo portare avanti questa battaglia perché il polo traumatologico non è una realtà che serve solo al territorio lametino ma tutta la Calabria e l’intero Meridione».
La consigliera Falvo s’è detta soddisfatta della determinazione dei sindaci e dei due comitati «a volere rivedere la prassi di ratifica dell’atto aziendale dell’Asp che è stato redatto in solitudine, senza ascoltare i vari soggetti coinvolti. Il “Tavolo Massicci”», ha aggiunto Falvo, «dovrebbe essere messo a conoscenza delle decisioni della conferenza dei sindaci perché si prenda atto anche a livello nazionale di quanto contano i comuni, del loro ruolo determinante nel settore della sanità».
La consigliera ha anche lamentato il fatto che gli operatori sanitari lametini sono frustrati e demotivati. «E poi», ha incalzato il nefrologo, «non si può permettere che si smantellino anche quelle realtà che funzionano come il polo oncologico. Inoltre, tra Asp e medici di famiglia sussiste un difficile rapporto. Tutto ciò non frenerà certo l’emigrazione sanitaria che noi invece dobbiamo fare di tutto per arginare».
Riccardo Viola del comitato lametino ha plaudito alla decisione dei primi cittadini. «Finalmente», ha dichiarato, «con l’aiuto delle amministrazioni locali possiamo avviare la svolta che tanto abbiamo agognato per il sistema sanitario territoriale».
Al tavolo dei sindaci si è discusso anche di emergenza rifiuti, una tematica scottante per cui sono stati chiesti maggiori controlli da parte degli organismi regionali «per alzare l’asticella della legalità» in un settore troppo complesso e contorto dopo anni di commissariamento.
Tutti i partecipanti alla riunione hanno espresso la loro vicinanza alla comunità “Progetto Sud” che ha subito, proprio la notte di Natale, l’ennesima intimidazione. Gli amministratori del comprensorio e i vari sodalizi impegnati sul territorio hanno rimarcato l’importanza del rispetto delle regole, la difesa della legalità «perché la questione sicurezza riguarda tutto l’hinterland, quindi le istituzioni e tutta la società civile devono fare fronte comune contro il crimine organizzato».
Maria Scaramuzzino




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