Esiste da mezzo secolo ed è utilizzata da 100 milioni di donne nel mondo, eppure la pillola contraccettiva è ancora in buona misura una sconosciuta. Il suo “funzionamento” è noto solo al 2% delle donne in Europa, anche sono moltissime quelle che vorrebbero saperne di più. In Italia la utilizza poco più del 14% delle donne, e il timore più diffuso è che possa fare male alla salute. Ma la ricerca scientifica dimostra che chi utilizza il contraccettivo orale vive più a lungo e con migliore qualità della vita.
Contraccezione: con la pillola si vive di più
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Scritto da: Redazione
Il dato arriva da una ricerca internazionale condotta in Germania, Francia, Gran Bretagna, Svezia e Romania e pubblicata sulla rivista Contraception. Lo studio svela che, a prescindere dal livello culturale, la consapevolezza sulla pillola è davvero scarsa, anche se tre intervistate su 4 vorrebbero ricevere maggiori informazioni. “I dati spiegano come mai resistano tuttora tanti pregiudizi e luoghi comuni su questo metodo - afferma il professor Francesco Primiero dell’Università di Roma La Sapienza -. Il timore più diffuso è che la pillola possa essere dannosa per la salute, mentre numerose evidenze scientifiche indicano l’esatto contrario”. In particolare, un recente aggiornamento dei dati sull’indice di mortalità tra le oltre 46.000 donne seguite per quasi 40 anni in un importante studio britannico ha dimostrato che, nel lungo periodo, quelle che hanno fatto uso di contraccettivi orali vivono di più e meglio. Le formulazioni più recenti della pillola sono state sviluppate per offrire benefici aggiuntivi in termini di benessere risolvendo alcuni disturbi femminili molto diffusi. Fra questi, ad esempio, ci sono le mestruazioni abbondanti che provocano anemia e, nel 28% dei casi problemi di concentrazione e affaticamento, la sintomatologia premestruale e l’acne, in particolare nelle adolescenti, con ripercussioni psicologiche anche pesanti.
“I progestinici di ultima generazione, come il drospirenone, rispondono meglio a queste esigenze, con un profilo rischi/benefici a favore dei benefici, aspetto condiviso anche dai comitati riuniti dall’Fda a dicembre 2011″, aggiunge il Primiero. “Nell’immediato futuro la ricerca si concentrerà non solo su molecole innovative ma anche sulle migliori combinazioni e sul periodo di somministrazione”, afferma Andreas Fibig CEO di Bayer, azienda leader nel campo della contraccezione.
Dal 1961, anno in cui è ufficialmente diventata disponibile in Europa, la pillola ha Dato origine a un vivo dibattito etico e scientifico, le sono state attribuite innumerevoli virtù e altrettanti potenziali pericoli. Di recente, le pilole di ultima generazione sono state accusate di aumentare il rischio di tromboembolismo venoso, mentre una delle critiche più comuni vi sono quelle di tipo estetico come la paura di aumentare di peso. “E’ necessaria chiarezza, poiché i progressi compiuti nei decenni dalla ricerca farmaceutica sono notevolissimi - continua Primiero - soprattutto in termini di riduzione dei dosaggi estrogenici e di introduzione di nuove molecole progestiniche”.
Ma come orientarsi fra i prodotti a disposizione? “L’unica risposta è rivolgersi al proprio ginecologo, che conosce la storia della donna e può consigliarla al meglio e ridimensionarne i timori - spiega Primiero -. Le differenze tra le diverse molecole sono minime in termini di rischio assoluto e del tutto ininfluenti in un’ottica di sanità pubblica”.
Secondo i più recenti dati delle Nazioni Unite nel mondo oggi utilizza la pillola in media l’8,8% delle donne, in Europa il 21,4%. Fra i Paesi in cui si usa di più vi sono il Portogallo (58,9%), la Germania (52,6%), l’Algeria (45,9%), il Belgio (44,8%) e la Francia (41,5%). L’Italia, con il 14,2% (16,2% e’ il dato relativo all’utilizzo della contraccezione ormonale), è agli stessi livelli di Tunisia (14,5%), Botswana (14,3%) e Iraq (14,6%). Negli Stati Uniti la media è del 16,3%: si tratta di uno dei Paesi sviluppati con il più alto numero di gravidanze nelle teenager (400.000 nel 2009).
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