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Lamezia Terme

3 aprile 2012
 

Raid notturno a Capizzaglie. Devastata la scuola antimafia

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Scritto da: Redazione
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Lamezia Terme - Doveva essere una giornata di scuola come tante e invece s’è trasformata in un incubo, vissuto in un’atmosfera surreale come se tutto l’istituto fosse stato investito da una furia distruttrice, barbara e violenta. Infissi e porte divelte, vetri rotti, aule messe a soqquadro, suppellettili d’ogni genere danneggiate, registri e altri documenti stracciati e sparsi ovunque. Nei lavandini del bagno anche del sangue lasciato lì, non si capisce bene se per sprovveduta ingenuità o per ulteriore dimostrazione di spavalda e spudorata sicurezza.
A completare l’opera devastatrice l’allagamento dello stabile con la pompa dell’idrante antincendio.
Questo lo scenario di guerra che ieri mattina si sono trovati di fronte i docenti, gli alunni e il personale dell’istituto comprensivo “Don Saverio Gatti” di Capizzaglie. Allo sconcerto iniziale ha fatto seguito la disperazione di tutti: la dirigente Maria Giovanna Costanzo s’è affrettata a chiedere aiuto, molti docenti sono scoppiati a piangere tra lo stordimento degli stessi alunni e l’amarezza unita al senso d’impotenza del personale.
Sono accorsi prontamente i carabinieri guidati dal comandante Stefano Bove, così come altrettanto celermente s’è attivata una folta squadra di operai del Comune, coordinata da Giovanni Saladino della sezione lavori pubblici.
Sull’uragano si sono precipitati anche gli assessori comunali Rosario Piccioni e Giusi Crimi per verificare i danni e predisporre i primi interventi urgenti. Il vicesindaco Francesco Cicione, su richiesta della stessa dirigente, ha disposto la chiusura della scuola per un paio di giorni, il tempo per riparare alla meglio gli ingenti danni e riprendere le lezioni in condizioni di quasi normalità.
Dall’istituto “Gatti” partirà il 29 febbraio prossimo la manifestazione pacifica de “Il giorno che non c’è la ‘ndrangheta”. Prima della marcia per le vie del quartiere proprio gli alunni della scuola primaria dell’istituto “Gatti” saranno protagonisti di attività ludiche ideate appositamente dall’Arci che sostiene l’iniziativa dell’ultimo giorno del mese.
«Non so se la nostra partecipazione alla manifestazione c’entra con questo terribile atto vandalico subìto dall’istituto», ha commentato Costanzo, «tuttavia è certo che chi danneggia la scuola fa male a se stesso distruggendo il passato e compromettendo il presente ed il futuro di tutta la comunità».
La dirigente ha ringraziato tutti coloro che sono intervenuti prontamente in aiuto della comunità scolastica del “Don Saverio Gatti” ed ha rimarcato: «Quanto avvenuto è una ferita per tutte le persone che quotidianamente operano in questo istituto: è come vedere distrutta casa propria».
L’episodio ha sconcertato tutti i promotori della manifestazione antindrangheta del 29 tra cui Giacomo Panizza, presidente della comunità “Progetto Sud”. Che ha affermato: «Non sappiamo se il vandalismo operato nei locali della scuola può essere una terribile carnevalata, oppure la risposta del potere malavitoso locale a quello che stiamo organizzando per fine mese. Indubbiamente», ha evidenziato il sacerdote, «si tratta di fatti che preoccupano, ma proprio in questi casi bisogna tirar fuori l’energia positiva che la nostra comunità ha e che vuole manifestare al meglio».
Ad esprimere solidarietà all’istituto “Gatti” anche l’associazione “Quartiere Capizzaglie” che ha fermamente condannato il raid di ieri notte. «Si tratta di un atto», ha commentato il sodalizio, «che stride fortemente con il grande successo ottenuto dalla festa per la recente intitolazione delle due scuole di Via Foderaro. Sono questi», hanno ribadito i componenti dell’associazione di quartiere, «gli eventi che debbono far parlare di Capizzaglie e non dei brutti episodi di violenza».
Don Panizza
«Non sappiamo se il vandalismo operato nei locali della scuola può essere una terribile carnevalata, oppure la risposta del potere malavitoso locale a quello che stiamo organizzando per fine mese. Indubbiamente si tratta di fatti che preoccupano, ma proprio in questi casi bisogna tirar fuori l’energia positiva che la nostra comunità ha e che vuole manifestare al meglio».
Maria Scaramuzzino




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