I numeri dicono che Sergio Abramo è sindaco e che non vi sarà alcun ballottaggio. E c’è anche la proclamazione ufficiale che con la notifica al candidato sindaco, prevista per stamattina, trasformerà le cifre in una fascia tricolore. Oggi si prevede l’insediamento e in tempi brevissimi l’avvio dell’attività amministrativa con particolare riguardo all’annunciato piano dei rifiuti.
Ieri sera la svolta dopo quattro giorni di “passione”. L’Ufficio elettorale centrale presieduto dal giudice Domenico Commodaro ha ultimato le operazioni di verifica e dai conteggi è emerso che il risultato relativo alle 90 sezioni è il seguente: i voti validi sono 57.344; dei cinque candidati a sindaco Sergio Abramo (centrodestra) ha totalizzato 28.803 voti; Salvatore Scalzo (centrosinistra) 24.329; Pino Celi (area di centro) 3.411; Elio Mauro (lista Mauro) 591; Antonio Carpino (Pcl) 210.
Il 50 per cento dei voti più uno, soglia sotto la quale si va al ballottaggio, è pari a 28.673, pertanto Abramo è sindaco per 130 voti.
Al di là delle contestazioni, dell’inchiesta sui presunti brogli e delle segnalazioni di irregolarità formulate da undici formazioni politiche nell’esposto consegnato ieri alla Prefettura e alla Procura generale, il dato numerico è il punto fermo che “inchioda” l’evolversi di questo sofferto day after elettorale. E Abramo lo sa. Per lui è il risveglio da un brutto sogno, che lo ha sicuramente amareggiato.
«Sono una persona corretta, un uomo perbene», sbotta pensando alle vicende che hanno fatto finire la città sulla ribalta nazionale.
Adesso lavorerà alla formazione della Giunta, che comporrà badando «soprattutto alle competenze» tenuto conto che «tra gli eletti ce ne sono tante». Del resto gli assessori saranno prima di tutto suoi collaboratori e «non ci sarà delibera che – promette – sfuggirà alla mia attenzione».
«Ho intenzione di essere tutti i giorni alle 8 al Comune – fa sapere – considerato che le emergenze sono tante e impellenti».
catanzaro da vivereE di «incontestabile vittoria di Abramo» parla il movimento Catanzaro da Vivere (vicino alle posizioni dell’assessore regionale Piero Aiello), «forte del mandato elettorale che gli stessi cittadini hanno inteso conferirgli facendone la prima forza della città». Per bocca del suo portavoce Pietro Siragusa, Catanzaro da Vivere ieri ha espresso «profondo sdegno per il comportamento del candidato Sindaco della sinistra, dott. Scalzo e di taluni suoi sostenitori che stanno, con esternazioni quanto meno poco lucide e con beceri escamotage, fomentando un clima velenoso ed esacerbante per gli animi dei cittadini». Il movimento non ritiene che «sia quello del sospetto, della maldicenza e della demonizzazione, il modo corretto per creare il costruttivo clima di lavoro di cui la nostra città necessita per potersi, al fine, risollevare da un quinquennio di ignavia politica, seguito da un anno di rallentamento nel rilancio della macchina amministrativa». Il movimento di cui Aiello è l’alfiere richiama il centrosinistra «a più miti comportamenti in luogo di quella violenza verbale che oggi sta svilendo l’alto significato del voto democratico», e a «dimostrare la compostezza dei perdenti che avranno la possibilità di lavorare nei prossimi cinque anni per costruire una eventuale alternativa».
talliniPiù duro l’assessore regionale Domenico Tallini, che paragona «Scalzo e i suoi ultras agli ultras del Genoa che hanno vergognosamente bloccato la partita con il Siena perché perdevano 4-0 e non accettavano la sconfitta. Come gli ultras rossoblu – dice Tallini – non si sono curati del danno di immagine alla loro squadra e allo sport, così gli hoolingans di sinistra di Catanzaro non si sono per niente preoccupati dell’incalcolabile danno arrecato alla città». «Possiamo comprendere – rimarca Tallini – la rabbia di chi ha usato tutti i mezzi per vincere questa partita, perfino l’ignobile strumentalizzazione di una questione umana e personale molto delicata come quella dell’on. Traversa».
Tallini non risparmia ironia al vetriolo quando afferma che «Scalzo, se potesse, scatenerebbe le “ronde proletarie” che hanno presidiato i seggi per “purgare” in perfetto stile stalinista tutti gli avversari. Ma se ormai Scalzo ci ha abituati al suo estremismo e al suo inesistente senso delle istituzioni e della democrazia, fa solo ridere – sostiene l’esponente del Pdl – il “grido di sdegno” dell’on. Loiero, che oggi parla di voto condizionato dal bisogno e di controllo del voto. Forse si riferisce ai metodi da lui adottati nel 2006, quando era il potentissimo presidente della Regione e padre-padrone della sanità pubblica, per “convincere” decine di persone a candidarsi con il Pdm, determinando la vittoria della sinistra e di Olivo al ballottaggio su Franco Cimino. Ma è la rabbia ad annebbiare la vista: la cocente sconfitta del Terzo Polo a Catanzaro, e il conseguente ruolo marginale di Udc e Mpa, sancisce la definitiva uscita dalla scena politica di Loiero e Tassone che dovranno ormai rassegnarsi al ruolo di ex, come l’on. Zavettieri».
pilieciDi rimando, dall’area di centro, Franco Pilieci consigliere nazionale Udc: «Non voglio polemizzare – premette – con l’assessore Tallini. Ciò che sta avvenendo a Catanzaro umilia questa città e la sua storia e va al di là della competizione elettorale di chi vince e di chi perde. Qui perde tutta la città per un gruppo di avventurieri che l’hanno sfregiata con i loro comportamenti. Ognuno rimane con la sua storia e le storie acquisite non si superano, ma rimangono scolpite, nel bene e nel male, nella realtà della nostra città, della Calabria, e del Paese». SCALZODa parte sua, Scalzo ha stigmatizzato come «inopportuna» la proclamazione dell’avversario. «Da un lato – ha spiegato – si segnalano e si verbalizzano gravissime irregolarità in una sezione che non hanno precedenti nella storia di questa città, e dall’altro si considerano i voti della stessa nel computo finale. Da parte nostra c’è l’intenzione di procedere ai ricorsi necessari e successivi nella consapevolezza che la battaglia per il voto libero e la democrazia sia un obbligo nei confronti della città tutta». Betty Calabretta