Il minimo di tasse sulla prima casa. A chiederlo al sindaco i consiglieri comunali Francesco Ruberto, Francesco De Biase, Francesco Chirillo e Massimo Cristiano dell’Udc), Mario Benincasa di Mpa) e Bruno Tropea di Progetto Lamezia. Una richiesta trasversale in cui si propone di coprire le mancate entrate eliminando le spese per i dirigenti esterni.
Da qui l’urgenza di convocare il consiglio per discutere delle aliquote Imu. In particolare i sei consiglieri hanno chiesto al sindaco, in fase di approvazione del bilancio, di applicare l’aliquota minima sulla prima casa, «ricoprendo le mancate entrate attraverso una rimodulazione degli assetti dirigenziali, eliminando la spesa relativa ai dirigenti d’area che si attesta attorno al mezzo milione di euro annui e assegnando le funzioni espletate dai dirigenti d’area ai dirigenti di settore le quali indennità risultano essere di gran lunga inferiori rispetto ai primi».
L’imposta municipale sugli immobili, spiegano i consiglieri, «è stata introdotta l’anno scorso e fissata nel decreto Monti ad un’aliquota ordinaria dello 0,76% ed una ridotta dello 0,4% per l’abitazione principale; Lamezia però si trova in una situazione finanziaria alquanto negativa, con un indice elevato di disoccupati ed inoccupati, e con numerose famiglie monoreddito di cui le più fortunate detengono come unico bene la casa. Per questo, viste le deroghe concesse dal governo ai comuni, che possono modificare le aliquote Imu al ribasso o al rialzo di 0,3 punti percentuali sull’aliquota ordinaria, e di 0,2 punti percentuali sull’aliquota ridotta, sarebbe il caso che si applicasse il minimo».