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13 aprile 2012
 

Lamezia, «lavori in corso della Dda in città»

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Scritto da: Redazione
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«Ci sono lavori in corso a Lamezia» da parte della Direzione distrettuale antimafia. È la frase più interessante emersa durante la deposizione in videoconferenza di Angelo Torcasio, uno degli esponenti di spicco della cosca Giampà che ha deciso di collaborare con la giustizia.
Arrestato dalla squadra mobile nel luglio scorso insieme a Giuseppe Giampà, 31 anni, figlio del presunto boss Francesco soprannominato “il professore”, Battista Cosentino 47 anni e Domenico Chirico di 29, Angelo Torcasio è accusato di tentata estorsione aggravata dalle modalità mafiose ai danni di due imprenditori lametini.
Ieri il pentito, imputato insieme con altre 19 persone coinvolte nel processo “Rainbow2″ che hanno scelto il rito abbreviato, ha fatto delle dichiarazioni spontanee al Gip Gabriella Gori, arrivata da Crotone perchè i giudici lametini sono incompatibili. Innanzitutto ha respinto le accuse perché, ha spiegato al giudice dell’udienza preliminare, «io non ho nulla a che fare con Peppino Buffone, Vincenzo Lo Scavo, Francesco Muraca e Vincenzo Nicolazzo». Poi ha dato l’annuncio che in città ci sono dei «lavori in corso» della Dda. Lavori sui quali comunque Torcasio non s’è soffermato, ma che probabilmente sono in atto da parte di polizia e carabinieri coordinati dalla procura antimafia. Attività che potrebbero sfociare in un’operazione antimafia congiunta, o in due fasi, contro i clan lametini. Potrebbero essere messe a segno nei prossimi giorni con l’arresto di numerosi esponenti della ‘ndrangheta locale.
Un’operazione, soprattutto quella della squadra mobile, che potrebbe prendere spunto dalle dichiarazioni che Torcasio e Cosentino, diventati collaboratori di giustizia da qualche mese, stanno facendo ai magistrati dell’antimafia. I due collaboratori starebbero disegnando gli scenari delle organizzazioni criminali cittadine nei diversi settori, da quello estorsivo a quello politico.
All’udienza in cui ieri Angelo Torcasio ha esordito così: «Signor presidente, già ho fatto delle dichiarazioni alla Dda, dove ho dichiarato la mia associazione nei confronti di soggetti. Dato che ci sono dei lavori in corso da parte della Dda non posso entrare nel merito. Sulla contestazione che oggi mi viene fatta», ha aggiunto nella sua deposizione spontanea, cioè un’associazione con Buffone, Lo Scavo, Muraca e Nicolazzo, io non ho nulla a che fare, nè di lecito nè di illecito. Il 3 novembre sarò in Corte d’appello per il processo che riguarda la stessa azione a Cantaro, ma non entro nel merito perché al momento ci sono dei lavori in corso».
Affermazioni chiare e precise quelle rilasciate dal Torcasio. Lui, con l’associazione che gli è contestata non c’entra, ma appartiene ad un’altra alleanza, così come da lui stesso precisato nel corso del collegamento nel momento di entrare nel vivo del processo.
Dagli investigatori della Dda, comunque, Angelo Torcasio viene indicato come organico alla cosca Giampà di Via del Progresso. La sua testimonianza in videoconferenza è durata circa 20 minuti e con qualche ora di ritardo rispetto all’orario previsto. Questo ha permesso al legale del collaboratore di giustizia di mettersi in contatto con lui telefonicamente.
La prossima udienza del processo “Rainbow2″ per estorsione è fissata per il primo dicembre per le arringhe dei difensori degli imputati.




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